What’s new in Pediatric Imaging (Italian) – April 2021

4 anni ago

Translated by Ilaria Viola and Roberto Cannella 

 

BODY IMAGING 

 

Assessment of distal ureteral and ureterovesical junction visualization on contrast-enhanced voiding urosonography.  

Benya E, Prendergast FM, Liu D, et al.  

Pediatr Radiol Published online 2021;  

https://doi.org/10.1007/s00247-021-04979-z 

Domanda (e) L’urosonografia minzionale con contrasto (CEVUS) può sostituire la cistouretrografia minzionale fluoroscopica nella valutazione degli ureteri distali e della giunzione ureterovescicale? 

Tipo di studio Studio retrospettivo tra giugno 2018 e marzo 2019 

Setting singola istituzione (Ann & Robert Lurie Children’s Hospital, Chicago, IL) 

Partecipanti Revisione retrospettiva di 34 studi CEVUS in pazienti con reflusso unilaterale o bilaterale. 

Outcomes 2 radiologi pediatrici hanno esaminato le immagini della CEVUS e valutato la visualizzazione dell’uretere distale e della giunzione ureterovescicale su una scala a 3 punti: visualizzazione chiara, limitata o assente. Hanno anche considerato la presenza di duplicazione ureterale, diverticoli periureterali o ureteroceli. 

Risultati 34 CEVUS hanno dimostrato reflusso vescico-ureterale (VUR) in un totale di 67 vie urinarie (un paziente aveva un solo rene). Dei 67, il reflusso è stato visto in 52 casi da un lettore e in 53 casi dall’altro. C’era una bassa concordanza tra gli osservatori nella visualizzazione della giunzione ureterovescicale ed una moderata concordanza nella visualizzazione ureterale distale. Tuttavia, vi è stato unelevata concordanza tra gli osservatori nella valutazione della duplicazione ureterale, dei diverticoli e degli ureteroceli. 

Commento Sebbene la CEVUS possa rilevare il VUR, la valutazione dell’uretere distale e della giunzione ureterovescicale è limitata. Pertanto, le variazioni anatomiche di queste strutture possono essere perse. La cistouretrografia minzionale dovrebbe rimanere l’esame primario qualora dovesse essere richiesta la gestione chirurgica della VUR. 

 

Contrast-enhanced ultrasonography in the evaluation of Crohn disease activity in children: comparison with histopathology. 

Ponorac S, Gosnak RD, Urlep D, et al.  

Pediatr Radiol 2020; 51, 410-418.  

https://doi.org/10.1007/s00247-020-04870-3 

Domanda (e) È possibile utilizzare l’ecografia con mezzo di contrasto per valutare l’attività di malattia nei bambini affetti da morbo di Crohn? 

Progettazione studio prospettico da gennaio 2018 a febbraio 2019. 

Setting Mono-centrico (University of Ljubljana, Ljubljana, Slovenia) 

Partecipanti 24 bambini con morbo di Crohn con malattia attiva confermata con l’istopatologia  

per un totale di 40 segmenti di intestino tenue e crasso (in particolare ileo, cieco e colon) sono stati valutati ecograficamente. I campioni istopatologici sono stati ottenuti mediante biopsia endoscopica della mucosa normale ed infiammata del colon e dell’ileo terminale. 

Outcomes Analisi oggettiva dell’ecografia con mezzo di contrasto utilizzando il valore di picco di enhancement ed un’analisi soggettiva per caratterizzare l’infiammazione come assente / lieve o moderata / grave. L’istopatologia è stata utilizzata come standard di riferimento per la diagnosi. 

Risultati L’istopatologia ha identificato un’infiammazione da moderata a grave in 18 segmenti intestinali (45%) ed una remissione o un’infiammazione lieve in 22 segmenti (55%). L’analisi oggettiva dell’ecografia con mezzo di contrasto, utilizzando un valore di picco di enhancement superiore a 6,9, aveva una sensibilità del 72%, una specificità del 100% e un’accuratezza diagnostica dell’88% nel determinare l’infiammazione da moderata a grave. L’analisi soggettiva dell’ecografia con mezzo di contrasto aveva una sensibilità del 78%, una specificità del 77% e un’accuratezza diagnostica del 78% per l’infiammazione da moderata a grave. Cinque segmenti intestinali sono risultati falsi negativi. 

Commento Sebbene l’ecografia con mezzo di contrasto sia stata in grado di identificare la maggior parte delle infiammazioni da moderate a gravi, non è stata in grado di identificare tutti i casi. L‘ecografia con mezzo di contrasto potrebbe essere utilizzata come metodo complementare nella valutazione del morbo di Crohn, ad esempio per il monitoraggio della risposta al trattamento. Un limite è che non tutte le istituzioni eseguono l’ecografia con mezzo di contrasto nei bambini. 

 

Diagnostic sensitivity and specificity of CT angiography for renal artery stenosis in children. 

Orman G, Masand PM, Kukreja KU et al.  

Pediatric Radiology 2021;51:419-426.  

https://doi.org/10.1007/s00247-020-04852-5 

Domanda / e Quali sono la sensibilità e la specificità dell’angioTC (CTA) rispetto allo standard di riferimento dell’angiografia a sottrazione digitale (DSA) per la valutazione dell’ipertensione secondaria a stenosi dell’arteria renale (RAS)? 

Design studio retrospettivo da gennaio 2012 a maggio 2019 

Setting studio mono-centrico (Texas Children’s Hospital, Houston, TX) 

Partecipanti 23 pazienti (età media 6 anni, 3 mesi) per un totale di 59 arterie renali con correlazione con la DSA 

Risultati Sensibilità, specificità, accuratezza, valore predittivo positivo (PPV) e valore predittivo negativo (NPV) della CTA 

Risultati La sensibilità della CTA per la diagnosi di RAS era del 90% e la specificità era dell’89,7%. Il PPV e il NPV della CTA erano rispettivamente dell’81,8% e del 94,6%. L’accuratezza era dell’89,8%. 

Commento Questo studio ha determinato il valore diagnostico della CTA per RAS in una popolazione pediatrica utilizzando la correlazione con la DSA come standard di riferimento, che è uno dei principali punti di forza dello studio. I limiti dello studio includono la revisione retrospettiva delle cartelle cliniche e dei referti radiologici (piuttosto che la revisione delle immagini delle CTA), il tempo di ritardo tra la CTA e la DSA e la variabilità tecnica intrinseca tra i diversi scanner TC. 

 

The diagnostic value of magnetic resonance imaging in differentiating benign and malignant pediatric ovarian tumors. 

Janssen CL, Littooij AS, Fiocco M et al.  

Pediatric Radiology 2021;51:427-434.  

https://doi.org/10.1007/s00247-020-04871-2

Domanda / e Qual è il valore diagnostico della risonanza magnetica nel differenziare i tumori ovarici benigni da quelli maligni nei bambini e negli adolescenti? 

Design Studio retrospettgivo condotto da ottobre 2014 a marzo 2019; Le immagini RM sono state esaminate in modo indipendente da 2 radiologi (10 e 2 anni di esperienza), non a conoscenza delle informazioni cliniche e dei risultati patologici; 

Setting Mono-centrico (Princess Maxima Center for Pediatric Oncology, Utrecht, Paesi Bassi) 

Partecipanti 30 ragazze di età <18 anni, sottoposte a risonanza magnetica per tumore ovarico 

Outcomes Sono stati raccolti dati demografici (età, stato del menarca), clinici (presentazione e durata dei sintomi), radiologici (diametro, aspetto cistico, iperintensità in T1, iso / ipointensità in T2 o presenza di componenti solide, enhancement di componenti solide, margini, crescita extracapsulare, linfoadenopatia, ascite, depositi peritoneali, metastasi a distanza, valori ADC), biochimici (AFP, b-HCG, lattato deidrogenasi, CA-125, inibina-B) e patologici (benigni: teratomi maturi, fibrotecomi, teratomi immaturi di grado 1, borderline: tumori ovarici epiteliali o maligni: teratomi immaturi di grado 2 o 3, tumori a cellule di Sertoli-Leydig, tumori a cellule della granulosa). Sono state determinate la sensibilità e la specificità per ogni reperto radiologico e le statistiche kappa. 

Risultati La concordanza tra osservatori variava da discreta (0,283) a molto buona (0,839). Le dimensioni del tumore > 8 cm avevano un valore predittivo positivo del 65% e un valore predittivo negativo del 100%; le dimensioni del tumore> 8 cm con componenti solidi dotate di enhancement avevano un valore predittivo positivo dell’86% e un valore predittivo negativo del 93%. Anche la presenza di margini irregolari, la crescita del tumore extracapsulare e l’ascite erano indicativi di malignità. La sensibilità e la specificità della valutazione radiologica complessiva erano entrambe del 100%. I valori di ADC tra tumori benigni e maligni erano sovrapponibili: il range dei valori di ADC per i tumori benigni era 0,974-1,255×10-3 mm2 / s, per i tumori maligni era 0,729-1,509×10-3 mm2 / s. 

Commento Gli autori concludono che la valutazione RM dei tumori ovarici in bambine e adolescenti può distinguere tra tumori benigni e maligni, in particolare quando i tumori sono superiori ad 8 cm e presentano componenti solide dotate di enhancement con ascite, depositi peritoneali o crescita extracapsulare. Ciò può avere preziose implicazioni preoperatorie per quanto riguarda l’approccio chirurgico. Tuttavia, esistono diverse limitazioni. Tutti i pazienti inclusi nello studio sono stati indirizzati ad un centro oncologico pediatrico perché avevano già una diagnosi sospetta di malignità con conseguente bias di inclusione; la piccola dimensione del campione limitava la determinazione della significatività statistica o della correlazione tra i valori di ADC e la malignità. 

 

Immediate chest radiograph interpretation by radiographers improves patient safety related to nasogastric feeding tube placement in children. 

Keyte E, Roe G, Jeanes Annmarie, et al.  

Pediatr Radiol. Published online 10 March 2021.  

https://doi.org/10.1007/s00247-021-05032-9

Domanda/e I tecnici di radiologia possono essere istruiti in modo sicuro per visualizzare in anteprima le radiografie per il posizionamento appropriato del sondino nasogastrico (NG)? 

Progettazione Audit retrospettivo per un periodo di 13 mesi tra ottobre 2018 e ottobre 2019 

Setting singola istituzione (Leeds Children’s Hospital presso la Leeds General Infirmary, Leeds, Regno Unito) 

Partecipanti 282 radiografie eseguite per il posizionamento di sondino NG in bambini di età compresa tra 0 e 16 anni. 

Outcomes Correlazione tra l’interpretazione ed i commenti del tecnico di radiologia con la lettura finale del radiologo, comunicazione appropriata con il fornitore di riferimento. I tecnici di radiologia hanno ricevuto una formazione specifica nell’interpretazione dei controlli di sondino NG e hanno dovuto seguire un workflow specifico per l’interpretazione e la comunicazione. 

Risultati Dei 282 studi eseguiti, 240 (85,1%) hanno utilizzato il workflow di refertazione del tecnico in modo appropriato per i controlli di un singolo sondino NG. Di questi 240, 235 (97,9%) concordavano pienamente con l’interpretazione finale del radiologo. Le discrepanze riflettono principalmente le differenze nella lunghezza del sondino NG sotto il diaframma e le raccomandazioni sull’avanzamento. Dei 240, 213 (88,8%) sono stati considerati sicuri da usare, 11 (4,6%) erano troppo alti e 16 (6,7%) dovevano essere rimossi. 

Commento Questo studio dimostra che con una formazione adeguata e un workflow rigoroso, i tecnici di radiologia possono eseguire lo screening in modo sicuro per il corretto posizionamento del sondino NG. Tuttavia, una formazione impropria o una deviazione dal workflow potrebbe portare a seri problemi di sicurezza e dovrebbe sempre essere fornita una lettura finale dal radiologo. Inoltre, questo sistema potrebbe non essere necessario nelle istituzioni con personale radiologico notturno o copertura residente. 

 

INTERVENTIONAL RADIOLOGY 

 

Confirmatory radiographs have limited utility following ultrasound-guided tunneled femoral central venous catheter placements by interventional radiology.  

Lewis SB, Chick JFB, Koo KS, et al.  

Pediatr Radiol. Published online 2021;  

https://doi.org/10.1007/s00247-020-04957-x 

Domanda/e Sono necessarie radiografie per confermare il posizionamento dei cateteri venosi femorali ecoguidati? 

Design Studio di coorte retrospettivo tra gennaio 2016 e aprile 2020. 

Setting Mono-centrico (University of Washington, Seattle Children’s Hospital, Seattle, WA) 

Partecipanti: 484 pazienti pediatrici sottoposti a posizionamento di catetere femorale tunnellizzato eco-guidato al letto del paziente. 

Outcomes Successo tecnico, eventi avversi, pratiche radiografiche post-procedura e concordanza della punta del catetere tra le diverse modalità. Il successo tecnico è stato definito nel posizionamento transfemorale del catetere con un appropriato posizionamento della punta. L’appropriato posizionamento della punta del catetere e la concordanza sono stati definiti come la punta tra l’atrio inferiore destro o la VCI epatica in entrambi gli esami. 

Risultati Il successo tecnico è stato ottenuto in 481 dei 484 pazienti (99,4%). L’ecografia è stata in grado di confermare il posizionamento del catetere in tutti i 481 cateteri posizionati con successo. Sono state ottenute 171 radiografie di conferma, tutte hanno dimostrato la concordanza della punta del catetere con l’ecografia intraprocedurale. Gli eventi avversi si sono verificati in 5 (1,0%) pazienti e includevano ematoma, trombosi ileofemorale occlusiva, accesso arterioso e tachicardia sopraventricolare. 

Commento Questo studio ha dimostrato un’elevata concordanza tra l’ecografia intraprocedurale e le radiografie nel confermare il posizionamento del catetere femorale, suggerendo che le radiografie di conferma non sono necessarie se la punta del catetere viene vista con l’ecografia. Ciò potrebbe ridurre il numero di radiografie eseguite sui pazienti ospedalizzati e quindi le radiazioni ricevute. Tuttavia, i limiti dello studio includono la natura retrospettiva e la progettazione di un unico centro, in cui il successo potrebbe essere correlato all’abilità tecnica dei radiologi interventisti dell’istituto. 

 

Contemporary management of pediatric blunt splenic trauma: a national trauma databank analysis. 

Shinn K, Gylard S, Chahine A et al.  

JVIR. 2021:1-11. Article in Press.  

https://doi.org/10.1016/j.jvir.2020.11.024 

Domanda / e Quali sono i cambiamenti nella gestione dei pazienti pediatrici con danno splenico isolato? 

Design Studio retrospettivo, ricerca della National Trauma Data Bank (NTDB) dal 2007 al 2015 utilizzando codici diagnostici per qualsiasi grado di trauma splenico. 

Setting banca dati nazionale sui traumi 

Partecipanti Sono stati identificati 24.128 pazienti di età inferiore a 18 anni con lesione splenica. I pazienti con lesione splenica con qualsiasi grado di lesione aortica, lesione cerebrale o spinale di grado III o superiore, lesione epatica o renale di grado IV o V, trauma pelvico, lesione penetrante o morti all’arrivo sono stati esclusi per evitare fattori di confondimento della mortalità. Le lesioni di organi solidi di grado inferiore non sono state escluse a causa del minimo effetto sulla mortalità complessiva. 

Outcomes Sono stati descritti i trend di gestione (tipi di tecniche, risultati clinici e tassi di fallimento) durante il periodo di studio. Le covariate di gestione [gestione non operativa (NOM), splenectomia, riparazione splenica, angiografia IR con embolizzazione o terapia di combinazione definita da 2 o più delle tecniche menzionate in precedenza] sono state determinate ed incluse nell’analisi. Sono state valutate ulteriori covariate demografiche e cliniche (età, sesso, pressione arteriosa sistolica al ricovero, grado AAST di lesione splenica da I a V) e le covariate dell’outcome [giorni di permanenza (LOS), giorni di terapia intensiva e giorni di ventilazione). Sono stati raccolti anche il tempo di intervento (in ore) e il tasso di mortalità. 

Risultati Complessivamente, la maggior parte dei pazienti è stata sottoposta a NOM (90,3%), seguita da splenectomia (5,6%), embolizzazione dell’arteria splenica (2,7%), riparazione splenica (1,1%) e terapia di combinazione (0,3%). Il tasso di NOM non è cambiato in modo significativo dal 90% al 91%. Il tasso di embolizzazione è aumentato dall’1,5% al ​​3,5%. Il tasso di splenectomia è diminuito dal 6,9% al 4,4%. NOM è stato associato con il LOS più breve complessivo a 5,1 giorni, significativamente inferiore rispetto a splenectomia, embolizzazione e terapia di combinazione (10,1, 7,4 e 12,4 giorni, rispettivamente; P <0,001 per ciascuno). Il NOM è stato anche associato a degenza in terapia intensiva più breve con 1,9 giorni rispetto a splenectomia, embolizzazione e terapia di combinazione (4,5, 3,4 e 6,8 giorni, rispettivamente; P <0,001). Dopo l’aggiustamento per età, sesso, SBP basale, tipo di struttura e grado di lesione splenica, i pazienti con NOM avevano il tasso di mortalità più basso, seguito da embolizzazione, sebbene senza significatività statistica. La splenectomia e la terapia di combinazione avevano tassi di mortalità significativamente più alti rispetto all’embolizzazione o alla NOM. 

Commento Lo studio ha mostrato che il NOM per danno splenico è comune, efficace e associato a esiti favorevoli rispetto all’intervento chirurgico. I risultati di questo studio hanno mostrato che esiste una tendenza all’aumento dell’embolizzazione dell’arteria splenica per le lesioni spleniche che richiedono un intervento. Una limitazione dello studio è che i dati raccolti potrebbero non essere generalizzabili a livello nazionale a causa della natura volontaria della banca dati. Inoltre, non sono stati valutati i risultati di sopravvivenza a 30 giorni o un ulteriore follow-up a lungo termine. 

 

NEURORADIOLOGY 

 

Fetal brain MRI findings predict neurodevelopment in children with tuberous sclerosis complex 

Hulsof HM, Slot EMH, Lequin M, et al.  

J Pediatr. Published online 2021,  

https://doi.org/10.1016/j.jpeds.2021.02.060

Domanda /(e) I risultati della risonanza magnetica fetale possono prevedere le caratteristiche dell’epilessia e dello sviluppo neurologico nei bambini con complesso della sclerosi tuberosa (TSC)? 

Progettazione Studio di coorte retrospettivo 

Setting 6 centri nel consorzio EPISTOP, uno studio prospettico multicentrico, randomizzato, a lungo termine in Europa e Australia che valuta l’epilettogenesi nella TSC. 

Partecipanti 41 bambini con una diagnosi definitiva di TSC che avevano una risonanza magnetica fetale di qualità sufficiente, nonché dati disponibili di outcome neurologico a 2 anni di età. 

Outcomes La presenza, il numero e le dimensioni dei complessi tuberosi sottocorticali per ciascuno degli 8 lobi cerebrali e dei 2 emisferi cerebellari. I noduli subependimali e la malattia della sostanza bianca non sono stati valutati. 

Risultati La risonanza magnetica fetale ha dimostrato lesioni sottocorticali in tutti i pazienti tranne uno. A 2 anni, il 58,5% dei pazienti aveva epilessia e il 22% aveva epilessia farmaco-resistente. Vi era un ritardo nello sviluppo cognitivo, linguistico e motorio rispettivamente nel 38%, 81% e 50% dei pazienti. Al 20,5% è stato diagnosticato un disturbo dello spettro dell’autismo. Un numero elevato di lesioni RM fetali era significativamente associato ad un ritardo dello sviluppo cognitivo, dello sviluppo motorio e a diagnosi di autismo, ma non a diagnosi di epilessia. 

Commento La risonanza magnetica fetale può essere utilizzata per determinare il carico neurologico dei complessi tuberosi nei pazienti con TSC. Un carico lesionale più elevato è correlato ad un ritardo nello sviluppo cognitivo e motorio, nonché all’autismo. Gli autori ipotizzano che il numero ridotto di pazienti con epilessia nel loro studio sia dovuto alla diagnosi precoce e al trattamento preventivo. Sebbene la RM fetale possa non essere ampiamente disponibile, può aiutare nella consulenza genitoriale precoce e nel trattamento dei bambini con TSC sospetta / confermata. 

 

Uncomplicated intraventricular hemorrhage is not associated with lower estimated cerebral volume at term age. 

Graca AM and Cowan FM.  

European Journal of Paediatric Neurology. 2021. Journal Pre-Proof.  

https://doi.org/10.1016/j.ejpn.2021.01.002 

Domanda / e Le emorragie intraventricolari (IVH) non complicate sono associate ad uno scarso outcome, misurato dal volume cerebrale mediante ecografia cranica (cUS) all’equivalente in età a termine (TEA)? 

Design Coorte prospettica di neonati pretermine nati tra il 2014 e il 2017. Per stabilire il modello originale (controllo) è stata utilizzata una coorte storica di neonati pretermine nati tra il 2008 e il 2010 e senza anomalie alla cUS. 

Setting Studio mono-centrico (NICU of Centro Hospitalar Universitario de Lisboa Norte, Portugal) 

Partecipanti 18 neonati pretermine a <32 settimane di gestazione con IVH di grado 2 o 3 rilevato alla cUS nella prima settimana dopo la nascita; 71 neonati pretermine avevano scansioni normali. 

Outcomes Volume cranico stimato (cm3), volume cerebrale stimato (cm3), indice ventricolare di Levene (mm), distanza talamo-occipitale (mm); fattori clinici aggiuntivi [come steroidi prenatali, punteggio di Apgar, indice di rischio clinico per bambini (CRIB), ventilazione invasiva, inotropi, trattamento del dotto arterioso pervio (PDA), sepsi dimostrata con l’emocoltura, chirurgia per enterocolite necrotizzante, retinopatia significativa del prematuro, malattie polmonari croniche e steroidi postnatali] sono stati analizzati anche tra i 2 gruppi. 

Risultati I neonati pretermine con IVH di grado 2 e 3 avevano un’età gestazionale (GA) e un peso alla nascita inferiori rispetto ai neonati pretermine con scansioni normali (P <0,001 e P <0,05, rispettivamente). Utilizzando il modello 3D e aggiustando GA, non c’era alcuna differenza significativa rispetto al TEA per i volumi cranici e cerebrali tra i bambini con IVH non complicata e i bambini con scansioni normali. L’indice ventricolare di Levene era significativamente più alto per i pazienti con IVH (P <0,05). Nessuna differenza è stata osservata per la distanza talamo-occipitale tra i 2 gruppi. L’IVH non complicata nei neonati pretermine era associata a molteplici fattori clinici negativi e complicanze, inclusi punteggi Apgar più bassi, punteggi CRIB più alti, maggiore necessità di ventilazione invasiva, trattamento con PDA e presenza di sepsi. 

Commento Gli autori concludono che l’IVH non complicata non è associata a un volume cerebrale stimato inferiore, che suggeriscono possa essere implicato nella prognosi dello sviluppo neurologico. I limiti dello studio includono l’utilizzo di una coorte storica piuttosto che contemporanea come controllo, il mancato follow-up con la risonanza magnetica cerebrale per convalidare i risultati e il non valutare il neurosviluppo della loro coorte. 

 

Utility of skull radiographs in infants undergoing 3D head CT during evaluation for physical abuse. 

Pennell C, Aundhia M, Malik A et al.  

J Ped Surg. 2021. Journal Pre-Proof.

https://doi.org/10.1016/j.jpedsurg.2021.02.037

Domanda / e Qual è l’accuratezza della TC della testa 3D (3DCT) e della radiografia del cranio (SR) per il rilevamento delle fratture del cranio nei neonati? SR aggiunge informazioni diagnostiche a una valutazione di abuso fisico che non sono state già ottenute da un 3DCT? 

Design Revisione retrospettiva da gennaio 2017 a dicembre 2018. Due radiologi hanno esaminato gli studi di imaging. L’accuratezza diagnostica è stata confrontata utilizzando il test di McNemar. 

Setting Mono-centrico in un centro traumatologico pediatrico di livello urbano 1 (St. Christopher’s Hospital for Children, Philadelphia, PA). 

Partecipanti 158 bambini fino a 12 mesi di età (età media 5 mesi), sottoposti a 3DCT e SR. 

Outcomes Affidabilità tra osservatori (statistiche kappa) per SR e 3DCT, accuratezza diagnostica relativa di SR rispetto a 3DCT. Sede e tipo di frattura sono state descritte in entrambe le modalità. 

Risultati La sede più comune per la frattura sia su 3DCT che su SR era il calvarium parietale. Il tipo di frattura più comune identificato sia su 3DCT che su SR era una frattura semplice e lineare. Nella 3DCT, il radiologo 1 ha identificato fratture nel 28,5% dei bambini, mentre il radiologo 2 ha identificato fratture nel 29,1%. La concordanza complessiva per l’identificazione della frattura è stata del 98,1% (k = 0,95, accordo quasi perfetto). Nella SR, il radiologo 1 ha identificato fratture nel 34,2% dei bambini, mentre il radiologo 2 ha identificato fratture nel 23,4%. La concordanza complessiva è stata dell’85,5% (k = 0,65, concordanza sostanziale). L’accuratezza diagnostica di 3DCT e SR per l’identificazione di fratture del cranio non era significativamente differente (P = 0,211). 

Commento Gli autori hanno stabilito che la SR non ha un vantaggio aggiuntivo nell’identificare le fratture del cranio nei bambini già sottoposti a 3DCT nella valutazione dell’abuso fisico poiché non c’era differenza tra la 3DCT e la SR per l’identificazione di fratture del cranio e poiché l’affidabilità interosservatore era quasi perfetta. I risultati di questo studio non sono particolarmente sorprendenti in quanto concordano con i vari studi citati nell’articolo; inoltre, alcune istituzioni pediatriche possono avere protocolli che già escludono l’acquisizione di una SR per fratture se il paziente sta per essere sottoposto/ è stato già sottoposta ad una 3DCT. Tuttavia, i dati supportano l’ipotesi degli autori. 

References
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