What’s new in Gastrointestinal Imaging (Italian) – June 2021

4 anni ago

Translated by: Francesco Matteini and Giorgia Porrello 

 

Intraperitoneal Barium From Gastrointestinal Perforations: Reassessment of the Prognosis and Long-Term Effects 

Ghahremani GG, Gore RM.

AJR Am J Roentgenol. 2021 May 6:1-7. 

Questo articolo di AJR discute una complicanza della perdita intraperitoneale di bario durante le valutazioni radiologiche del tratto gastrointestinale. Questo studio retrospettivo dell’UCSD ha esaminato 18 pazienti in un periodo di 30 anni, con un leakage dovuto a perforazioni gastrointestinali che non erano state sospettate prima della procedura. Si sono verificate complicanze durante i clisteri di bario, gli studi del tratto gastrointestinale superiore e le serie sull’intestino tenue. L’articolo presenta poi in dettaglio i casi di quattro pazienti per dimostrare l’aspetto radiografico a lungo termine della perdita di bario intraperitoneale. Le complicanze più comuni della fuoriuscita di bario osservate erano aderenze peritoneali e granulomi fibrotici. Gli autori citano studi su animali che mostrano che l’instillazione di bario sterile nella cavità addominale non causa una reazione infiammatoria o peritonite, tuttavia quando per via delle perforazioni si combinano il bario con il contenuto intestinale e il materiale fecale con i batteri, si verifica la peritonite. Tutti i 18 pazienti della casistica sono stati sottoposti a laparotomia urgente con lavaggio peritoneale e terapia antibiotica. Tutti i pazienti della serie di casi hanno avuto recuperi irrilevanti, anche se spesso hanno mantenuto una quantità significativa di bario nella cavità addominale, come dimostrato da studi di imaging di follow-up. L’articolo conclude affermando che poiché gli esami fluoroscopici stanno diminuendo di volume, i nuovi radiologi avranno meno familiarità con le loro complicanze, che tuttavia possono ancora essere osservate nella pratica clinica. 

 

Differentiation between complicated and uncomplicated appendicitis: diagnostic model development and validation study  

Kim HY, Park JH, Lee SS, Jeon JJ, Yoon CJ, Lee KH.

Abdom Radiol (NY). 2021 Mar;46(3):948-959.  

Questo articolo discute un’analisi retrospettiva che aiuta a differenziare l’appendicite complicata da quella non complicata. La gestione non chirurgica dell’appendicite non complicata sta diventando sempre più comune e può ridurre la morbilità associata all’intervento chirurgico. Gli autori affermano che una volta che l’appendicite diventa complicata, gli antibiotici da soli non possono invertire il processo della malattia a causa della perforazione o della gangrena. Lo studio ha analizzato 1153 pazienti con reperti TC suggestivi di appendicite. Gli autori hanno rilevato che i difetti della parete appendicolare, l’ascesso, il fat stranding (=iperdensità del grasso) periappendicolare da moderato a severo, il diametro dell’appendice >10 mm e l’aria extraluminale erano associati ad un quadro di appendicite complicata. Gli autori hanno osservato che se uno qualsiasi di questi criteri è presente alla TC con mezzo di contrasto, è possibile prevedere un’appendicite complicata con una sensibilità del 95%. 

 

Segmental Bowel Hypoenhancement on CT Predicts Ischemic Mesenteric Laceration After Blunt Trauma 

Boscak AR, Bodanapally UK, Elshourbagy T, Shanmuganathan K.

Am J Roentgenol. 2021 Apr 28:1-7.  

Questo articolo di AJR tratta delle prestazioni della TC nella diagnosi della lacerazione mesenterica ischemica dopo un trauma chiuso. L’articolo inizia discutendo i dettagli delle lacerazioni mesenteriche ischemiche e il loro significato clinico. Gli autori affermano che si tratta di una lesione difficile da rilevare alla TC, citando uno studio che ha riportato una percentuale di mancata rilevazione di circa il 60%. Altre statistiche citate includono una sensibilità del 45% ma una specificità del 95%. Gli autori hanno eseguito un’analisi retrospettiva di 147 pazienti, 33 dei quali avevano una lacerazione mesenterica, e hanno riscontrato dei segni TC che si correlano alla lacerazione mesenterica ischemica. Gli autori hanno visto che la lesione della parete addominale, la contusione mesenterica, il versamento libero, l’assenza o la presenza di scarso enhancement intestinale segmentale e l’iperenhancement delle anse intestinali adiacenti erano associati ad un aumentato rischio di lacerazione mesenterica ischemica. Ulteriori analisi hanno identificato l’ipoenhancement intestinale segmentale e la lesione della parete addominale come predittori indipendenti significativi per l’identificazione della lesione. Non c’era alcuna correlazione con lesioni vascolari mesenteriche, pneumoperitoneo, difetti focali della parete intestinale o ispessimento della parete intestinale. Gli autori concludono riconoscendo la difficoltà nella diagnosi della lacerazione mesenterica ischemica nel contesto del trauma chiuso. 

 

Dynamic fluoroscopic defecography: updates on rationale, technique, and interpretation from the Society of Abdominal Radiology Pelvic Floor Disease Focus Panel.

Palmer SL, Lalwani N, Bahrami S, Scholz F.

Abdom Radiol (NY). 2021 Apr;46(4):1312-1322.  

La defecografia fluoroscopica è un semplice esame utilizzato per valutare le anomalie del pavimento pelvico. Questo articolo fornisce una sintesi della defecografia e descrive le indicazioni, le tecniche e le patologie comuni riscontrate. Gli autori affermano che la defecografia è il miglior metodo di studio imaging per valutare i pazienti con sintomi di stitichezza. Il lume rettale viene riempito con una pasta di contrasto che si avvicina alla consistenza delle feci, quindi evacuata sotto imaging fluoroscopico. L’articolo descrive la tecnica, l’interpretazione e quindi le patologie comunemente riscontrate, che includono rettocele, enterocele, ernia, intussuscezione, prolasso e anismo. Gli autori concludono affermando che, sebbene la defecografia con risonanza magnetica stia diventando prevalente, preferiscono la defecografia fluoroscopica. 

 

Diurnal variation of major error rates in the interpretation of abdominal/pelvic CT studies  

Kliewer et al

Questo articolo è stato scritto nel tentativo di identificare particolari giorni della settimana e parti della giornata in cui i radiologi possono essere più inclini all’errore. Lo studio ha utilizzato le TC addominopelviche nel corso di dieci anni che contenevano un grave errore, così etichettato nel database di garanzia di qualità presso l’Istituto in cui lavorano gli autori. Sono stati identificati 252 errori. 58 di questi si sono verificati il lunedì, più di ogni altro giorno della settimana. I tassi di errore maggiori sono stati più alti durante la fascia oraria che va dalle 9:00 alle 12:00, a un livello ritenuto statisticamente significativo. Gli errori più comuni si sono verificati in pazienti sottoposti a CT per follow-up oncologico. Le regioni anatomiche di errore più comuni erano il sistema epatobiliare e il mesentere. È importante notare che gli studi eseguiti nei fine settimana e dalle 17:00 alle 7:00 non sono stati inclusi nel calcolo dei dati. Gli autori concludono suggerendo che i radiologi sperimentano periodi durante la giornata in cui le risorse fisiche e mentali crescono e diminuiscono, il che può portare a una scarsa concentrazione. 

 

Locally advanced gallbladder cancer: a review of the criteria and role of imaging  

Gupta et al

Il carcinoma della colecisti è il tumore maligno più comune del sistema biliare, questo articolo affronta il tema dell’imaging del cancro della colecisti e di come l’imaging venga utilizzato per stratificare i pazienti in resecabili e non resecabili. La resezione chirurgica è il trattamento definitivo, tuttavia la maggior parte dei pazienti non è eleggibile per l’intervento chirurgico in base alla progressione della malattia al momento della presentazione. L’articolo discute l’epidemiologia e la presentazione clinica, affermando che i pazienti comunemente si presentano in uno stadio avanzato della malattia a causa di sintomi ostruttivi mentre il tumore cresce e si diffonde, il quale è comunemente direttamente  a livello epatico, nei dotti epatici, nello stomaco, a livello duodenale, con associate metastasi intraperitoneali che si verificano comunemente. Gli autori discutono il ruolo dell’imaging, che è spesso multimodale con ultrasuoni, TC, risonanza magnetica e PET. Gli autori sottintendono che una volta che il tumore si estende fuori dalla colecisti, le percentuali di successo della resezione sono scarse e l’imaging è importante per ridurre la morbilità di operazioni non necessarie. 

 

Improving the completeness of structured MRI reports for rectal cancer staging  

Zhao et al

Questo articolo fornisce le informazioni dettagliate necessarie per fornire un referto completo per il carcinoma del retto. Il cancro del colon-retto è il terzo tumore maligno più comune, e la risonanza magnetica rettale fornisce informazioni preziose sulla stadiazione, con opzioni di trattamento, pianificazione chirurgica e prognosi dipendenti dalle caratteristiche osservate. Sono stati pubblicati report di raccomandazioni standardizzate nel tentativo di fornire ai medici una guida chiara per prendere decisioni cliniche. Gli autori descrivono come nel loro Istituto è stato implementato un referto standardizzato per il carcinoma del retto nel 2014, quasi il 30% dei referti è rimasto insoddisfacente e hanno tentato di migliorare i referti. Gli autori hanno informato la facoltà e i borsisti della loro istituzione accademica sul motivo per cui una migliore conformità con un modello standardizzato potrebbe portare a risultati migliori per i pazienti e hanno utilizzato un modello di cui forniscono un link nell’articolo stesso. Inoltre, gli autori hanno richiesto che tutti gli studi iniziali di stadiazione del carcinoma del retto fossero esaminati da due radiologi di facoltà. Dopo il loro periodo di intervento, gli autori hanno riscontrato un aumento significativo della proporzione di referti ottimali che seguono il modello stabilito. 

 

Diagnostic approach to primary retroperitoneal pathologies: what the radiologist needs to know  

Czeyda-Pommersheim F, Menias C, Boustani A, Revzin M.

Abdom Radiol (NY). 2021 Mar;46(3):1062-1081. 

Questo articolo discute una varietà di diverse lesioni che possono derivare dal retroperitoneo e inizia con una panoramica dell’anatomia retroperitoneale, che può essere suddivisa in spazi minori. L’articolo introduce quindi le funzionalità di imaging relative alla patologia maligna, alcune delle quali includono componenti adipose, estensione intravascolare, stroma mixoide, componenti necrotiche e ipervascolarizzazione. L’articolo suggerisce che la maggior parte delle masse retroperitoneali con questi componenti sono maligne e che la resezione dovrebbe almeno essere considerata. L’articolo discute quindi le caratteristiche di imaging delle neoplasie retroperitoneali primarie come liposarcoma, leiomiosarcoma, sarcoma pleomorfo, linfoma, tumori neurogeni, tumori delle cellule germinali e teratomi. Successivamente, vengono presentate le condizioni non neoplastiche che comprendono ascessi, MAV, ematomi, fibrosi retroperitoneale ed emopoiesi extramidollare. 

 

Abdominal CT in COVID19 patients: incidence, indications, and findings 

Barkmeier DT, Stein EB, Bojicic K, Otemuyiwa B, Vummidi D, Chughtai A, Ellis JH. 

Abdom Radiol (NY). 2021 Mar;46(3):1256-1262.  

Questo studio discute gli esami TC addome richiesti nella valutazione dei pazienti con un test positivo per il COVID-19. Gli autori discutono la morbilità e la mortalità del virus COVID-19, in cui i sintomi addominali possono essere trascurati in quanto è classicamente considerata una malattia respiratoria. Gli autori hanno eseguito un’analisi retrospettiva di 1057 pazienti positivi al COVID-19, di cui solo 43 hanno eseguito una TC addome come parte del loro percorso di inquadramento clinico iniziale. Gli autori hanno scoperto che rispetto ai pazienti positivi al COVID-19 senza una TC addome, il gruppo di inclusione era significativamente più anziano e con maggiori probabilità di avere il diabete mellito, con 40 casi su 43 andati incontro a ricovero ospedaliero. Le indicazioni più comuni per la TC addome nei 43 pazienti erano dolore addominale, febbre e infezione addominale. Nel 63% degli studi non sono stati osservati reperti addominali espressione di malattia in fase acuta. Le basi polmonari hanno mostrato segni di infezione nel 76% degli esami, con vari reperti addominali non statisticamente significativi dall’imaging pre-pandemia. Gli autori affermano che nessun reperto addominale nell’esame TC dovrebbe essere utilizzato per suggerire la possibilità di infezione da coronavirus. 

References
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