Reducing False-Positive Screening MRI Rate in Women with Extremely Dense Breasts Using Prediction Models Based on Data from the DENSE Trial
Dekker, B. M., Bakker, M. F., Lange, S. V., Veldhuis, W. B., Diest, P. J., Duvivier, K. M., . . . Koning, H. J. (2021). Reducing False-Positive Screening MRI Rate in Women with Extremely Dense Breasts Using Prediction Models Based on Data from the DENSE Trial. Radiology,301(2), 283-292. doi:10.1148/radiol.2021210325
In questo studio, gli autori si pongono l’obiettivo di ridurre il tasso di falsi positivi delle RM mammarie di screening eseguite nelle donne con seno estremamente denso attraverso la creazione ed applicazione di modelli predittivi che utilizzino sia i dati clinici che i ritrovamenti RM. I dati sono stati ricavati dalle pazienti olandesi coinvolte nello studio clinico Dense Tissue and Early Breast Neoplasm Screening (DENSE) tra il 2011 e il 2015.
In particolare, i dati per la costruzione dei modelli predittivi sono stati ottenuti dai dati delle donne con un primo riscontro RM positivo dopo una mammografia negativa. Delle 454 donne con una RM mammaria di screening positiva, 375 erano falsi positivi e in 79 donne è stato invece diagnosticato un carcinoma mammario. Gli autori hanno calcolato che l’intero modello predittivo, utilizzando i riscontri RM e le caratteristiche cliniche delle pazienti, avrebbe potuto prevenire il 21,3% delle biopsie mammarie benigne e dei richiami falsamente positivi. Un modello predittivo che comprendeva solamente i ritrovamenti RM e l’età delle pazienti ha dimostrato dei risultati simili sia nella riduzione dei numeri di biopsie mammarie benigne che dei richiami falsamente positivi. Gli autori concludono affermando che il numero di RM mammarie di screening falsamente positive nelle donne con seno estremamente denso può essere ridotto attraverso l’uso di modelli predittivi che uniscano i riscontri RM alle caratteristiche cliniche.
Breast MRI during neoadjuvant chemotherapy: Lack of background parenchymal enhancement suppression and inferior treatment response
Onishi, N., Author AffiliationsAuthor affiliations: From the Department of Radiology & Biomedical Imaging, EA, M., C, K., Et Al, JH, C., . . . Philpotts, L. (2021, August 24). Breast MRI during neoadjuvant chemotherapy: Lack of background parenchymal enhancement suppression and inferior treatment response.
In questo studio, l’obiettivo degli autori è quello di caratterizzare la relazione tra la risposta patologica e la mancanza di soppressione del background parenchymal enhancement (BPE) nelle RM mammarie con mezzo di contrasto.
Gli autori ipotizzano che una risposta inferiore alla chemioterapia neoadiuvante (NAC) sia associata a un BPE non soppresso. Sono stati raccolti retrospettivamente i dati delle donne in menopausa trattate con NAC tra il 2010 e il 2016. Le donne incluse nello studio erano state sottoposte ad RM mammaria con mezzo di contrasto prima del trattamento (T0), all’inizio del trattamento (T1), durante il trattamento (T2) e prima dell’intervento chirurgico (T3). Il BPE è stato quindi misurato quantitativamente in ogni esame, paragonato con il T0 e classificato come soppresso o non soppresso in ogni punto temporale. Sono state riviste circa 3500 RM mammarie. È stata notata una associazione tra BPE non soppresso e risposta patologica inferiore nel gruppo di pazienti con recettore ormonale positivo nei tempi T2 e T3 (p=0.02 and 0.003, rispettivamente).
In tutti i punti temporali è stata vista una associazione tra risposta patologica inferiore e BPE non soppresso nei pazienti con tumore mammario negativo ai recettori ormonali, tuttavia tali risultati non raggiungevano la significatività statistica. Gli autori concludono che il BPE non soppresso può essere associato a una risposta inferiore al trattamento nelle pazienti con carcinoma mammario positivo ai recettori ormonali.
Glandular tissue component and breast cancer risk in mammographically dense breasts at screening breast US
Lee, S., Author AffiliationsFrom the Departments of Radiology (S.H.L., NF, B., Al, E., EA, S., SR, W., . . . SD, B. (2021, July 20). Glandular tissue component and breast cancer risk in mammographically dense breasts at screening breast US.
In questo articolo, gli autori studiano la relazione tra il rischio di carcinoma mammario e la componente tissutale ghiandolare (GTC) all’ecografia mammaria di screening nelle donne con seno denso, in aggiunta alla relazione tra involuzione lobulare e GTC. Sono state retrospettivamente analizzate le ecografie mammarie di screening eseguite in donne con mammografie negative, eseguite tra il 2012 ed il 2015. Circa 8400 donne sono state incluse nello studio, di queste 137 hanno sviluppato un carcinoma mammario. Dopo aver corretto tale dato per densità mammaria ed età, è stato determinato che un GTC moderato o marcato è associato ad un incremento del rischio di neoplasia mammaria (hazard ratio 1.5, p= 0,03).
Inoltre, è stato dimostrato che l’involuzione lobulare e la GTC erano inversamente correlati (p = 0,004).
In conclusione, il GTC è associato a un incremento del rischio di carcinoma mammario ed è inversamente correlato all’involuzione lobulare. Gli autori suggeriscono che tali dati dovrebbero essere considerati durante la stratificazione del rischio delle donne che vengono sottoposte alle ecografie di screening.
Diagnostic accuracy of nonmass enhancement at Breast MRI in predicting tumor involvement of the nipple: A prospective study in a single institution
Bae, S. J., Cha, Y. J., Eun, N. L., Ji, J. H., Kim, D., Lee, J., . . . Jeong, J. (2021). Diagnostic accuracy of nonmass enhancement at Breast MRI in predicting tumor involvement of the nipple: A prospective study in a single institution. Radiology, 301(1), 47-56. doi:10.1148/radiol.2021204136
In questo studio, gli autori hanno cercato di determinare la relazione tra pazienti con carcinoma mammario e coinvolgimento patologico del capezzolo e la presenza di non-mass enhancement (NME) sub-areolare alla RM mammaria. Sono stati prospettivamente inclusi nello studio, tra Novembre 2015 e Novembre 2017, 69 pazienti con carcinoma mammario ed NME entro i 2 cm dal capezzolo nelle RM mammarie preoperatorie, e che sono successivamente state sottoposte a rimozione chirurgica del complesso areola-capezzolo (NAC). Quarantanove donne avevano una estensione del NME al capezzolo, ed è stato calcolato che l’estensione del NME al capezzolo aveva un valore predittivo positivo dell’86% per il coinvolgimento patologico del capezzolo. Solo una paziente presentava coinvolgimento patologico del capezzolo tra le 15 pazienti che non avevano un NME esteso al capezzolo (7%). È stato anche calcolato che l’estensione del NME al capezzolo era associata ad una accuratezza diagnostica dell’88%. In conclusione gli autori affermano che l’estensione del NME al capezzolo nelle RM mammarie preoperatorie può predire positivamente il coinvolgimento patologico del capezzolo, e tale riscontro dovrebbe essere tenuto in considerazione nel planning chirurgico.
Patient characteristics associated with patient-reported deterrents to adjunct breast cancer screening of patients with dense breasts
Miller, M. M., Repich, K., Patrie, J. T., Anderson, R. T., & Harvey, J. A. (2021). Patient characteristics associated with patient-reported deterrents to adjunct breast cancer screening of patients with dense breasts. American Journal of Roentgenology, 217(5), 1069-1079. doi:10.2214/ajr.20.24516
In questo studio, gli autori cercano di determinare le caratteristiche associate alle preoccupazioni riferite dalle pazienti sullo screening congiunto del carcinoma mammario nelle donne con seno denso. Cinquecento otto donne con seno denso hanno completato queste interviste, svolte tra Maggio 2017 e Febbraio 2018. Le minori preoccupazioni riguardavano il tempo di screening e un maggior desiderio di un metodo di screening più sensibile, e sono state associate indipendentemente ad una minore fiducia nello screening mammografico del seno denso. Il più comune deterrente per lo screening congiunto nelle donne con seno denso era il costo dell’esame, fattore indipendentemente associato ad una età minore. Inoltre, un’età minore era associata a minori preoccupazioni riguardo la somministrazione di mezzo di contrasto endovena, l’esecuzione di imaging aggiuntivo e il dolore dovuto all’esame. Gli autori concludono dicendo che, sul tema dello screening congiunto, le minori preoccupazioni erano associate ad un’età minore e a una minore fiducia nella sensibilità della mammografia nelle donne con seno denso.
Breast cancer skip metastases: Frequency, associated tumor characteristics, and role of staging nodal ultrasound in detection
Chung, H. L., Sun, J., & Leung, J. W. (2021). Breast cancer skip metastases: Frequency, associated tumor characteristics, and role of staging nodal ultrasound in detection. American Journal of Roentgenology, 217(4), 835-844. doi:10.2214/ajr.20.24371
In questo studio, gli autori hanno esaminato lo staging dei linfonodi in ecografia nelle donne con carcinoma mammario per valutare la frequenza di metastasi skip e i pattern di diffusione linfonodale. Gli autori hanno definito le metastasi skip come lesioni metastatiche a distanza in assenza di linfonodi metastatici ipsilaterali o come diffusione di malattia su livelli linfonodali discontinui. All’incirca 1300 pazienti con carcinoma mammario sono stati sottoposti a ecografia delle sedi linfonodali ipsilaterale tra Gennaio 2016 e Marzo 2017 e i loro esami sono stati rivalutati retrospettivamente. I linfonodi sospetti sono stati sottoposti a biopsia tramite fine needle aspiration (FNA) e i pazienti con risultati benigni o senza linfonodi sospetti all’ecografia sono stati sottoposti a biopsia del linfonodo sentinella. Cinquecentonove pazienti (45,5%) avevano una malattia metastatica all’ecografia, confermata attraverso agoaspirato o biopsia del linfonodo sentinella. È stato calcolato che l’ecografia e la FNA avevano una specificità del 100%, sensibilità dell’86% e una accuratezza del 93,6%. Le metastasi skip erano presenti nel 2,6% di tutti i carcinomi invasivi e nel 7,2% dei carcinomi metastatici. Nonostante i carcinomi con metastasi skip non fossero associati con un particolare grado di differenziazione tumorale o sottotipo molecolare, è stata tuttavia osservata una maggior incidenza di metastasi skip nei carcinomi mammari con istologia lobulare e mista lobulare/duttale. In conclusione, gli autori affermano che il 7,2% dei pazienti con carcinoma mammario metastatico presentano metastasi skip al di fuori della tipica sede del cavo ascellare e che uno staging ecografico accurato dei linfonodi può essere d’aiuto nell’offrire uno staging pre-operatorio più accurato.