Identification of Women at High Risk of Breast Cancer Who Need Supplemental Screening
Eriksson, M., Czene, K., Strand, F., Zackrisson, S., Lindholm, P., Lång, K., . . . Hall, P. (2020).
Radiology, 297(2), 327-333. doi:10.1148/radiol.2020201620
https://pubs.rsna.org/doi/10.1148/radiol.2020201620
In questo studio, gli autori hanno creato un modello di rischio per identificare le donne con maggiore probabilità di ricevere una diagnosi di carcinoma della mammella al loro prossimo screening o prima di questo. Lo studio ha raccolto i dati di una coorte prospettica di screening di circa 71,000 donne dal 2011 al 2017. Gli autori hanno sviluppato un modello di rischio basato sull’imaging utilizzando dati mammografici dai CAD (computer-aided detection), e includendo età, differenze tra la mammella destra e sinistra, calcificazioni, masse e densità. Sono inoltre stati creati modelli di rischio supplementari basati su stile di vita e genetica, utilizzando elementi come la menopausa e l’anamnesi familiare. Gli autori hanno stabilito che il loro modello di rischio basato sull’imaging aveva una AUC di 0.73 nel predire una diagnosi di carcinoma mammario entro due anni da una mammografia di screening negativa. Questo studio fa luce su una popolazione ad alto rischio che potrebbe beneficiare di screening supplementari per avere una diagnosi più precoce di carcinoma mammario.
US as the Primary Imaging Modality in the Evaluation of Palpable Breast Masses in Breastfeeding Women, Including Those of Advanced Maternal Age.
Chung, M., Hayward, J. H., Woodard, G. A., Knobel, A., Greenwood, H. I., Ray, K. M., . . . Lee, A. Y. (2020).
Radiology, 297(2), 316-324. doi:10.1148/radiol.2020201036
https://pubs.rsna.org/doi/full/10.1148/radiol.2020201036
In questo studio, gli autori cercano di studiare l’efficacia diagnostica dell’ecografia mammaria mirata come imaging di prima linea nella valutazione di una massa mammaria palpabile nelle donne in allattamento, includendo le pazienti sopra i 30 anni. I dati sono stati raccolti retrospettivamente ed includono 167 donne studiate tra il 2000 ed il 2017.
L’ecografia mammaria mirata ha mostrato una sensibilità del 100% e una specificità del 70% nel rilevare malignità in questa popolazione di pazienti. A discrezione dei radiologi, il cinquantanove per cento di tali pazienti sono state inoltre sottoposte a mammografia. Aggiungere la mammografia ha incrementato il tasso di falsi positivi ma non ha portato ad ulteriori diagnosi di carcinoma mammario. Gli autori ne hanno concluso che l’ecografia mammaria mirata è una modalità di imaging efficace nell’identificazione del carcinoma mammario in donne sopra i 30 anni, che allattano al seno e presentano una massa mammaria palpabile.
Outcomes of Foci on Breast MRI: Features Associated With Malignancy.
Myers, K. S., Oluyemi, E. T., Mullen, L. A., Ambinder, E. B., Kamel, I. R., & Harvey, S. C. (2020).
American Journal of Roentgenology, 215(4), 1012-1019. doi:10.22214/ajr.19.22423
https://www.ajronline.org/doi/abs/10.2214/AJR.19.22423
In questo studio gli autori hanno cercato di valutare gli outcomes dei pazienti con foci rilevati alla RM mammaria e di determinare le caratteristiche all’imaging associate a malignità. Sono stati valutati retrospettivamente centosettantanove pazienti con 200 foci adeguati (BI-RADS assegnato di 3 o 4) dal 2004 al 2018. I tassi di malignità per i foci BI-RADS 3 e 4 erano rispettivamente dell’1,6% e del 17,6%. La maggior parte dei foci maligni è risultata essere carcinoma mammario invasivo alla biopsia. La cinetica di washout e le dimensioni si sono rivelate associate a malignità in modo statisticamente significativo. Gli autori concludono dicendo che nella RM mammaria, i foci, specialmente le anormalità BI-RADS 4, non dovrebbero essere trascurati dato i loro elevati tassi di malignità. Caratteristiche associate, come la dimensione e la cinetica di washout, possono aiutare i radiologi nel porre il sospetto di malignità.
Prone Versus Upright Digital Tomosynthesis–Guided Biopsy.
Choudhery, S., Johnson, M., & Fazzio, R. T. (2020).
American Journal of Roentgenology, 215(3), 760-764. doi:10.2214/ajr.19.22735
https://www.ajronline.org/doi/abs/10.2214/AJR.19.22735
In questo studio gli autori tentano di valutare la performance complessiva delle biopsie condotte con tomosintesi mammaria digitale (DBT) in posizione prona rispetto a quelle eseguite in posizione eretta. Sono stati esaminati retrospettivamente duecentottantadue pazienti sottoposti a biopsia tra maggio 2018 e luglio 2019. I dati paragonati tra le due tecniche includono la quantità di esposizione subita, il numero di campioni ottenuto e le complicanze bioptiche. I pazienti sottoposti a biopsia in posizione eretta avevano una esposizione significativamente inferiore rispetto alla biopsia eseguita in posizione prona (p<0.001).Viceversa, non c’erano ulteriori differenze statisticamente significative tra le due tecniche, né nel tempo di procedura, nei campioni acquisiti e nelle complicanze. In conclusione, gli autori affermano che le biopsie DBT-guidate in posizione prona ed eretta hanno performance cliniche simili e che la scelta della tecnica bioptica da utilizzare dovrebbe dipendere da fattori quali il comfort del paziente e la logistica della sala in cui avviene la procedura.
Breast-specific gamma imaging or ultrasonography as adjunct imaging diagnostics in women with mammographically dense breasts.
Zhang, Z., Wang, W., Wang, X., Yu, X., Zhu, Y., Zhan, H., . . . Huang, J. (2020).
European Radiology, 30(11), 6062-6071. doi:10.1007/s00330-020-06950-2
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32524221/
In questo studio gli autori hanno cercato di paragonare le performance diagnostiche dell’uso della mammografia (MMG) associata all’ecografia (US) e della mammografia associata al breast-specific gamma imaging (BSGI) nel rilevare la presenza di carcinoma mammario in pazienti con seno denso. Sono state esaminate retrospettivamente trecentosessantaquattro donne sottoposte a mammografia ed US o BSGI tra aprile 2013 e aprile 2016.
Non è stata trovata una differenza di sensibilità tra l’aggiunta di US e di BSGI. Ad ogni modo, il BSGI è risultato più specifico e accurato rispetto agli US. La conclusione degli autori è che il BSGI potrebbe essere utilizzato come metodica di imaging aggiuntiva per la diagnosi del carcinoma mammario nelle pazienti con seno denso.
Reader characteristics and mammogram features associated with breast imaging reporting scores.
Trieu, P. D., Lewis, S. J., Li, T., Ho, K., Tapia, K. A., & Brennan, P. C. (2020).
The British Journal of Radiology, 93(1114), 20200363. doi:10.1259/bjr.20200363
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32730088/
In questo studio gli autori cercano di determinare le caratteristiche e la accuratezza di lettura dei radiologi nella diagnosi di carcinoma mammario mediante l’uso della classificazione BI-RADS. Centodiciassette radiologi australiani hanno rivisto un totale di 300 mammografie di screening ciascuno e hanno assegnato una categoria BI-RADS alle lesioni mammarie (1/3 dei casi erano carcinomi provati istologicamente). Il 38% cento delle mammografie maligne è stato classificato come BI-RADS 3, il 32,2% è stato classificato come BI-RADS 4. Il tasso di falsi negativi per lesioni BI-RADS 1 e 2 è risultato più basso nelle radiologhe, nei radiologi che si occupano di screening e nei radiologi che avevano completato una fellowship in imaging senologico. Le caratteristiche più comunemente associate alla categoria BI-RADS 3 erano la densità asimmetrica e la presenza di masse ben definite. Lesioni stellate e masse spiculate erano le caratteristiche maggiormente associate alla categoria BI-RADS 5. Gli autori hanno concluso che alcuni fattori, incluso il completamento di una fellowship, l’esperienza in un centro dedicato all’imaging senologico e il genere, influenzano l’assegnazione delle categorie BI-RADS e l’accuratezza diagnostica.
Unprovoked venous thromboembolism in women over 40: Is screening for occult malignancy with mammography and abdominopelvic CT of benefit?
Healy, N., Daley, F., & Sinnatamby, R. (2020).
Clinical Radiology, 75(10), 757-762. doi:10.1016/j.crad.2020.05.022
https://www.clinicalradiologyonline.net/article/S0009-9260(20)30220-8/fulltext
In questo studio gli autori hanno tentato di stabilire gli outcomes nelle pazienti con tromboembolismo venoso (TEV) di origine sconosciuta sottoposte successivamente a mammografia per la ricerca di eventuali neoplasie mammarie primitive. Sono state valutate retrospettivamente centotrentanove pazienti sottoposte a mammografia dopo TEV di origine sconosciuta in un periodo compreso tra gennaio 2016 e
settembre 2019. Il 10% di tali pazienti è stato successivamente richiamato per condurre ulteriori indagini radiologiche, e in due casi è stata confermata la presenza di una neoplasia (1,4%). La conclusione degli autori è che il tasso di diagnosi con indagine mammografica di carcinoma mammario nelle donne con TEV di origine sconosciuta è basso. Inoltre, i riscontri mammografici falsamente positivi possono causare ansia nelle pazienti, senza apportare alcun beneficio diagnostico.
Risk for Upgrade to Malignancy After Breast Core Needle Biopsy Diagnosis of Lobular Neoplasia: A Systematic Review and Meta-Analysis.
Shehata, M. N., Rahbar, H., Flanagan, M. R., Kilgore, M. R., Lee, C. I., Ryser, M. D., & Lowry, K. P. (2020).
Journal of the American College of Radiology, 17(10), 1207-1219. doi:10.1016/j.jacr.2020.07.036
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32861602/
In questo studio, gli autori hanno condotto una review sistematica con metanalisi per quantificare il rischio di upgrade a malignità nei pazienti con neoplasia lobulare classica (LN), iperplasia lobulare atipica (ALH) e carcinoma lobulare in situ classico (LCIS) confermati alla biopsia. In questa review sistematica sono stati presi in considerazione sessantacinque studi (16 dei quali inclusi nella metanalisi), e sono state escluse le varianti di LCIS e le lesioni discordanti all’imaging. Il rischio complessivo di upgrading a malignità in tutti i LN, ALH e LCIS è risultato essere, rispettivamente, del 3,1%, 2,5% e del 5,8%.
In conclusione, gli autori affermano che il rischio di upgrading in pazienti con LN confermato alla biopsia è relativamente basso, in particolar modo nell’ALH. Tali evidenze potrebbero permettere ai pazienti di sottoporsi ad un follow-up radiologico piuttosto che alla escissione chirurgica convenzionale.
Translated by: Giulia Piombo and Giorgia Porrello
References