4 anni ago

Association of COVID-19 mRNA Vaccine with Ipsilateral Axillary Lymph Node Reactivity on Imaging

Mehmet Emin Adin, Edvin Isufi, Michal Kulon, and Darko Pucar.

JAMA Oncology. Published online June 10, 2021. doi:10.1001/jamaoncol.2021.1794

Background: in seguito alla vaccinazione COVID-19, sono state molteplici le segnalazioni di captazione linfonodale al cavo ascellare omolateralmente al sito di inoculo all’imaging PET/TC, che ha portato a biopsie inutili e sfide diagnostiche.

Scopo: studiare l’associazione tra la vaccinazione COVID-19 con i vaccini Moderna e Pzifer-BioNTech e l’attività del 18-fluorodesossiglucosio (FDG) su PET/CT.

Metodi: di tutti i pazienti sottoposti a FDG-PET/TC tra dicembre 2020 e marzo 2021, gli autori hanno identificato 68 pazienti che avevano ricevuto almeno una dose di vaccino COVID-19. Sono stati raccolti i dati demografici, le indicazioni all’imaging e il grado di attività dei linfonodi misurato dal punteggio di Deauville.

Risultati: Dei 68 pazienti, 41 pazienti avevano ricevuto una dose di vaccino e 27 avevano ricevuto due dosi; 51 pazienti avevano ricevuto il vaccino Pzifer mentre 17 avevano ricevuto il vaccino Moderna. 9 pazienti (13%) presentavano adenopatia ascellare omolaterale, 2 dei quali avevano ricevuto una dose e 7 dei quali avevano ricevuto due dosi. L’assorbimento di FDG nel sito di iniezione è stato identificato in 8 pazienti fino a 32 giorni dopo l’iniezione.

Conclusioni: Gli autori propongono che, data la possibilità di linfoadenopatia in seguito al vaccino COVID-19, i pazienti con tumori maligni che possono diffondersi ai linfonodi ascellari omolaterali dovrebbero iniettare il vaccino nel sito controlaterale. I dettagli sullo stato vaccinale del paziente, compreso il sito di iniezione, devono essere annotati quando il paziente si presenta per l’imaging di medicina nucleare.

 

 

Real-World Data Analysis of Efficacy and Survival after Lutetium-177 Labelled PSMA Ligand Therapy in Metastatic Castration-Resistant Prostate Cancer

Danielle Meyrick, Marat Gallyamov, Shanthi Sabarimurugan, Nadia Falzone, and Nat Lenzo.

Targeted Oncology. 2021; 16: 369-80. DOI: 10.1007/s11523-021-00801-w

Background: poiché molti tumori della prostata sovraesprimono l’antigene di membrana specifico della prostata (PSMA), la terapia con il radio farmaco 177Lu costituito da un ligando che si lega a Psma è in fase di studio come opzione di trattamento più specifica per le cellule tumorale della prostata e quindi potenzialmente meno tossica delle attuali chemioterapie utilizzate per il trattamento del carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione (mCRPC).

Scopo: esaminare l’efficacia e la tossicità della terapia con il radioligando 177Lu-PSMA in mCRPC.

Metodi: Questo è uno studio di coorte retrospettivo di 191 pazienti con mCRPC, caratterizzati dalla sovraespressione di PSMA e trattati con terapia con radioligando 177Lu-PSMA per la malattia progressiva. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a 68Ga-PSMA iniziale per identificare coloro che avevano una malattia con sovraespressione di PSMA ed a TC con mezzo di contrasto eseguita in punti clinicamente indicati per valutare la risposta/progressione. La tossicità è stata valutata due settimane prima e quattro settimane dopo ogni trattamento. I tempi di follow-up variavano in base a quando il paziente era stato sottoposto a terapia e alla data di cut-off dello studio.

Risultati: I pazienti sono stati sottoposti da uno a cinque cicli di terapia con 177Lu-PSMA, la maggior parte dei pazienti è stato sottoposto a due cicli (46% dei pazienti). Quasi tutti (89,5%) erano stati sottoposti ad una terapia sistemica prima di questa. Dopo il ciclo(i) di 177Lu-PSMA, il 56% dei pazienti ha avuto una risposta biochimica di riduzione del PSA superiore al 50%, mentre il 49,6% ha avuto una risposta all’imaging. Il tasso di sopravvivenza globale è stato di 12 mesi, la sopravvivenza libera da progressione biochimica è stata di 4 mesi e la sopravvivenza libera da progressione all’imaging è stata di 6 mesi. Il 52% non ha avuto progressione a 6 mesi e il 35% non ha avuto progressione a 12 mesi. Nell’analisi dei sottogruppi, coloro che hanno avuto una risposta hanno mostrato un aumento statisticamente significativo della sopravvivenza globale e libera da progressione rispetto a coloro che non hanno risposto.

Gli eventi avversi correlati al trattamento più comuni sono stati ematologici (anemia, trombocitopenia e neutropenia), che si sono verificati nel 12%. È stata anche notata una malattia renale (1,7% ha sviluppato AKI, 2,9% ha sviluppato CKD). Due pazienti (1,1%) hanno manifestato eventi avversi che hanno portato all’interruzione del trattamento, inclusi grave dolore osseo e anemia.

Conclusioni: la terapia con 177Lu-PSMA ha dimostrato di avere un basso profilo di tossicità e di essere efficace nel provocare una risposta nel 56% dei pazienti con una migliore sopravvivenza globale e tassi di sopravvivenza libera da progressione in questi pazienti.

 

 

18F-FDG PET is Superior to WHO Grading as a Prognostic Tool in Neuroendocrine Neoplasms and Useful in Guiding PRRT: A Prospective 10-Year Follow-up Study.

Tina Binderup, Ulrich Knigge, Camilla Bardram Johnbeck, Annika Loft, Anne Kiil Berthelsen, Peter Oturai, Jann Mortensen, Birgitte Federspiel, Seppo W. Langer, and Andreas Kjaer.

Journal of Nuclear Medicine. 2021; 62(6): 808-15. DOI: https://doi.org/10.2967/jnumed.120.244798

Background: La classificazione dell’OMS per i tumori neuroendocrini (NET) assegna un grading in base al grado di proliferazione tumorale mediante analisi immunoistochimica. Questo grading (G1-3) è dirimente per le decisioni terapeutiche e la prognosi. In tal modo, l’assegnazione di un grading è soggetta all’eterogeneità in un singolo tumore e potrebbe riflettere una sottosezione non rappresentativa del tumore. È stato dimostrato che questo è un problema soprattutto per i NET di basso grado, che, nonostante siano classificati come G1 o G2, possono rivelarsi rapidamente progressivi o molto stabili. Il 18F-FDG PET è ampiamente utilizzato per la stadiazione di altri tumori e si è recentemente dimostrato utile nella valutazione dei NET e delle loro metastasi.

Scopo: valutare il valore prognostico dei tumori neuroendocrini con stratificazione del rischio con la PET 18F-FDG e confrontare questa utilità con quella dell’attuale classificazione dell’OMS per il grading dei tumori neuroendocrini.

Metodi: Questo studio di coorte prospettico ha seguito 166 pazienti con NET gastro-entero-pancreatici (GEP) per determinare la sopravvivenza globale (OS) e la sopravvivenza libera da progressione (PFS) come marker del valore prognostico. L’analisi istopatologica e la classificazione dell’OMS è stata determinata per tutti i tumori. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a PET/CT 18F-FDG analizzata da uno specialista in medicina nucleare e da un radiologo. Retrospettivamente, gli autori hanno valutato gli esiti della terapia con radionuclidi del recettore peptidico (PRRT) seguendo la classificazione del tumore alla PET 18F-FDG.

Risultati: Dei 166 pazienti inclusi, l’87% era già stato sottoposto a trattamento e il 92% aveva una malattia metastatica. Il tempo medio dalla diagnosi alla PET/TC con 18F-FDG per questo studio è stato di 39 mesi. Il tempo medio di follow-up è stato di 9,8 anni.

Sia l’OS che la PFS erano maggiori per quei casi che erano negativi alla PET 18F-FDG piuttosto che positivi: l’OS e la PFS a cinque anni per i tumori negativi alla PET 18F-FDG erano rispettivamente del 79% e del 49%; OS e PFS a cinque anni per i tumori positivi alla PET 18F-FDG erano rispettivamente del 35% e del 18%. Secondo la classificazione dell’OMS, OS e PFS erano più lunghi per i tumori G1 rispetto a G3 e per G2 rispetto a G3, ma non vi era alcuna differenza statistica nell’OS o nella PFS rispetto ai tumori G1 e G2. L’analisi multivariata ha rivelato che la PET con 18F-FDG positiva-vs-negativa era un fattore prognostico indipendente per la sopravvivenza (sia OS che PFS), ma lo stato come G1 o G2 non lo era. Sebbene gli esiti fossero migliori per i tumori negativi alla PET con 18F-FDG rispetto alla PET 18F-FDG, non vi era alcun impatto significativo della PRRT sugli esiti per questi tumori. Per quelli con tumori positivi alla PET 18F-FDG, la sopravvivenza era più lunga se ricevevano PRRT rispetto a coloro che non lo facevano.

Conclusioni: Gli autori hanno scoperto che la PET con 18F-FDG fornisce una stratificazione del rischio dei GEP-NET più utile rispetto alla classificazione dell’OMS, in particolare per i tumori G1 e G2 della classificazione dell’OMS. Precedenti studi minori hanno trovato risultati simili. La natura del tumore come PET 18F-FDG positivo o negativo può anche aiutare a guidare la decisione di trattare con PRRT, in quanto mentre i tumori negativi alla PET 18F-FDG hanno risultati complessivamente migliori, la PRRT fornisce benefici di sopravvivenza maggiori per tumori con PET 18F-FDG t positivi rispetto a quelli con tumori negativi al PET 18F-FDG.

References
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